Il Tar del Lazio non ha concesso alcuna sospensione cautelare dei provvedimenti con i quali l’Antitrust aveva multato con 5 milioni di euro Samsung e con 10 milioni Apple per pratiche commerciali scorrette.
La dinamica contestata e sanzionata riguardava gli aggiornamenti software che, dopo un certo lasso di tempo, rendevano il dispositivo inutilizzabile dall’utente. A seguito di due complesse istruttorie, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha accertato nel mese di ottobre 2018 che “Il rilascio di alcuni aggiornamenti del firmware dei cellulari che hanno provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi”. “Le società del gruppo Apple e del gruppo Samsung”, dunque, “hanno realizzato pratiche commerciali scorrette in violazione degli artt. 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo”. Il ricorso al Tar da parte dei due giganti dell’Hi-Tech si è dunque rivelato inutile. “Ottima notizia”, esulta Customer Care Service, “ma ora serve una legge contro l’obsolescenza programmata come quella francese”, afferma Jenny Ruggeri, presidente di Customer Care Service. “Anche il Parlamento deve fare la sua parte per tutelare il consumatore. Non si tratta solo degli smartphone o del problema degli aggiornamenti dei software. Il fenomeno riguarda anche i beni fatti apposta per rompersi appena esaurita la durata della garanzia, l’irreperibilità dei pezzi di ricambio che rendono irrecuperabile un prodotto ancora in ottime condizioni”, prosegue Dona che poi conclude: “Va resa obbligatoria la fornitura di pezzi di ricambio per 10 anni dopo che il prodotto è uscito dalla linea di produzione”. Per il Codacons la multa dell’Antitrust ad Apple e Samsung confermata dal Tar non è affatto sufficiente ai consumatori italiani. “Per questo attendiamo la decisione della magistratura italiana che”, spiega il presidente Carlo Rienzi, “a seguito di un esposto presentato dal Codacons a 104 Procure di tutta Italia, dovrà aprire indagini su tutto il territorio per le possibili fattispecie di truffa e aggiotaggio. “L’obsolescenza programmata è una pratica scorretta”, dichiara il segretario nazionale di Codici, Ivano Giacomelli, “I consumatori vengono costretti ad aggiornare i propri dispositivi con la prospettiva di ottenere dei miglioramenti. In realtà, nel giro anche di pochi mesi, il funzionamento peggiora progressivamente, fino a costringere il consumatore a cambiare dispositivo. Bene, dunque, la decisione del Tar: basta pratiche scorretta ai danni dei consumatori”.