Lo scorso 3 settembre Tiger Woods è arrivato 3° nel Deutsche Bank Championship di golf, che si è disputato a Boston. Con il premio vinto, 544˙000 dollari americani (ogni dollaro vale circa 0,8 euro) ha superato la soglia dei 100 milioni di dollari vinti in carriera nel solo Pga Tour, ovvero il circuito dei tornei nordamericani – un’altra trentina di milioni li ha vinti in altri circuiti.

A queste cifre, già gigantesche, Woods ha aggiunto dal 1996, anno in cui è diventato golfista professionista, parecchi milioni di dollari provenienti da altre attività, tra cui la costruzione di campi da golf e la consulenza a software house produttrici di giochi per computer (di questo ha parlato anche Massimo Lopes Pegna su la Gazzetta dello Sport del 5 settembre). Inoltre ha ricevuto sponsorizzazioni da varie aziende, tra cui Nike, per 105 milioni, e Gatorade, per 100 milioni. Così, nel 2009, ha superato il miliardo di dollari di guadagni.

Woods è il primo personaggio dello star system sportivo a raggiungere certe cifre, e probabilmente le aumenterà ancora di molto perché ha 36 anni d’età e quindi molte altre stagioni davanti nei primi posti delle classifiche mondiali. Eppure non è quello che ha vinto più di tutti dal punto di vista sportivo.

Nel Pga, per esempio, le sue vittorie sono 74: 8 in meno del recordman Sam Snead. Questi però dominò il circuito tra il 1937 e il 1968, in un periodo travagliato dalla II guerra mondiale. In carriera vinse un totale di 620˙126 dollari, con il singolo premio più alto a quota 28˙000 – che per la sua epoca erano cifroni però non hanno niente a che fare con il sistema industriale che circonda oggi lo sport in quasi tutto il mondo.

Woods non è nemmeno il maggior vincitore nella storia di tornei Major (come rivela la Wikipedia). Nella sua carriera ne ha già vinti 14, ma Jack Nicklaus ne ha vinti 18.

Ciò che ha reso speciale Woods, agli occhi degli sportivi e degli sponsor, è il suo passato da numero 1 al mondo (lo racconta il sito web NanoPress). Pochi giorni dopo il suo ingresso nel Pga era già nei primi 50 della classifica di merito, posizione che ha mantenuto per 778 settimane. Di queste, 623 (più di 12 anni!) le ha trascorse al primo posto.

A cacciarlo via da lì di ha pensato sua moglie, Elin Nordegren, adesso ex moglie perché esasperata da molti tradimenti subiti da Woods. Le vicende relative alla loro separazione hanno occupato le prime pagine dei mass media – quelli specializzati nel gossip più che nello sport.

Se una morale si può trarre dalla vicenda sportiva, e umana, di Tiger Woods, è che nella nostra epoca la carriera sportiva è un’alternativa credibile a quella lavorativa. Quella lavorativa «normale», cioè, che sia svolta in una fabbrica o in un ufficio o in un’attività commerciale. Intorno allo sport si è creato un sistema economico che lo rende plausibile come attività quotidiana per guadagnarsi uno stipendio. E se poi si è un numero 1 al mondo per tanti anni, oltre a guadagnarci uno stipendio si diventa pure ricchi.

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