C’è il farmaco da 15 € e quello da 1˙044 €… le nostre Asl usano quello costoso

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Filling a prescription.

Per curare la degenerazione maculare degli anziani (una malattia che può provocare cecità) le Asl italiane utilizzano il Lucentis, un farmaco di Novartis messo sul mercato a 1˙044 euro a dose (poi scontato del 30%). Nel resto del mondo, per curare la stessa malattia, si usa l’Avastin, prodotto da Roche, che costa 15 € a dose. Ci sono 2 Regioni italiane, l’Emilia Romagna e il Veneto, che si sono accorte della differenza e hanno tentato di adottare il meno costoso. Però Novartis le ha portate in tribunale e il Veneto è stato costretto a cedere – mentre l’Emilia Romagna ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale la quale deve ancora prendere una decisione.

Su questo argomento nel web c’è in corso un’accesa polemica, mentre sui mass media tradizionali lo spazio riservato è molto minore – ne ha parlato tra gli altri Michele Bocci su la Repubblica dello scorso 19 novembre.

Il problema è quello dei costi, in un periodo di crisi come questo in cui il Servizio sanitario nazionale non può permettersi sprechi. La degenerazione maculare colpisce in Italia circa 90˙000 persone, e circa 1/3 di loro sono in cura presso ospedali pubblici. La cura consiste in 6 somministrazioni l’anno, che se fatte con il farmaco Novartis costano più di 4˙000 euro l’anno a paziente, per un totale di spesa che negli ultimi 3 anni ha raggiunto quasi i 200 milioni di euro. Se si fosse usato il farmaco Roche, la spesa annua a paziente sarebbe stata di nemmeno 100 euro, per un totale del triennio di nemmeno 3 milioni.

Ma perché si usa un farmaco e non l’altro?

È un problema di burocrazia. Roche ha immesso sul mercato il suo Avastin nel 2005, e ha chiesto l’autorizzazione per la cura del tumore al colon. Studi successivi, condotti in varie parti del mondo, hanno dimostrato l’efficacia anche per la degenerazione maculare – ma Roche non ha mai chiesto l’estensione delle indicazioni.

Novartis ha immesso sul mercato il suo Lucentis nel 2007, e si è messa in regola con la burocrazia (ovvero, all’atto pratico: ha scritto nel foglietto allegato al farmaco che ha delle controindicazioni, se usato per curare gli occhi).

Dal punto di vista della legge, insomma, Novartis ha ragione a pretendere che sia il suo prodotto a essere utilizzato.

Dal punto di vista della logica e dell’efficacia commerciale, Roche ha torto a non mettersi in regola, consentendo così all’azienda rivale guadagni giganteschi.

Intanto, a pagare cifre illogiche, è lo Stato – cioè noi.

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