Vendite al dettaglio, Istat: a gennaio lieve segno più.

A gennaio 2019 l’Istat stima un aumento dello 0,5% per le vendite al dettaglio, prevalentemente trainata dall’andamento positivo dei beni alimentari che segnerebbero un +1,0% in valore e +1,1% in volume.

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Istat: inflazione media a più 1,2% nel 2018. Per i poveri è più 1,5%.

A gennaio 2019 l’Istat stima un aumento dello 0,5% per le vendite al dettaglio, prevalentemente trainata dall’andamento positivo dei beni alimentari che segnerebbero un +1,0% in valore e +1,1% in volume.

Una dinamica di crescita più moderata interessa, invece, i beni non alimentari (+0,1% in valore, +0,2% in volume). Nel trimestre novembre 2018-gennaio 2019 le vendite al dettaglio registrano un contenuto aumento, rispetto ai tre mesi precedenti, dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume. Le vendite di beni alimentari crescono dello 0,1% in valore e dello 0,3% in volume, mentre quelle di beni non alimentari sono stazionarie in valore e aumentano dello 0,3% in volume. Su base annua, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,3% in valore e dell’1,5% in volume. Risultano in crescita sia i beni alimentari (+2,3% in valore e +1,9% in volume) sia, in misura minore, quelli non alimentari (+0,5% in valore e +1,2% in volume). Il valore delle vendite al dettaglio registra un aumento per la grande distribuzione (+2,8%) e una flessione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,8%). In forte crescita il commercio elettronico (+13,3%). Nel complesso, si tratta di “Dati positivi, anche se per via dell’effetto saldi e del rimbalzo tecnico, dopo il calo di dicembre”, sottolinea l’Unione Nazionale Consumatori. “Nonostante le vendite dell’abbigliamento scendano, rispetto a quelle di fine stagione del 2018, dello 0,2%, le calzature registrano il maggior aumento tendenziale, pari a +2,3%”, afferma Massimiliano Dona, presidente di UNC. “Insomma, nonostante luci ed ombre, le vendite salgono sia in volume che in valore. Il rialzo, però, va ritenuto, almeno per il momento, come occasionale“, prosegue Dona. Se si confrontano i dati con i livelli precrisi del gennaio 2018, si nota che “rispetto ad 11 anni fa, la grande distribuzione ha recuperato le perdite: vendite totali +20%, vendite alimentari +24,9%. I piccoli negozi, invece, sono ancora in piena crisi, anche se il travaso tra le due forme distributive non dipende certo dalle aperture domenicali ma dalla difficoltà delle famiglie di arrivare a fine mese”. Per il Codacons il bicchiere è mezzo vuoto. “I numeri positivi riguardano solo la grande distribuzione e l’e-commerce”, spiega il presidente, Carlo Rienzi. “Basta leggere i numeri dell’Istat che vedono per i negozi operanti su piccole superfici un crollo delle vendite del -0,8% su base annua, che raggiunge il -1,1% per gli esercizi che vendono beni non alimentari”. “Ancora peggio i negozi a conduzione familiare e con un numero di addetti inferiore a 5: qui il calo delle vendite è del -1,2%, a tutto vantaggio delle grandi catene commerciali e dei discount alimentari, che registrano al contrario numeri positivi”, prosegue Rienzi. “Di questo passo e se saranno approvate misure per limitare le liberalizzazioni del commercio, i piccoli negozi rischiano di scomparire definitivamente dalle nostre città, schiacciati dalla concorrenza di discount, multinazionali straniere, grande catene commerciali ed e-commerce”, conclude il presidente Codacons.

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