Dieta assicurata con i consumi in picchiata

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Viene un senso di colpa scrivere in questi giorni di leccornie, di Dop e Doc, di ristoratori stellati che vanno in Tv a gareggiare, di vigneron nostrani che con ospiti di riguardo si preparano a vendemmiare al chiaro di luna e di cene vipparole a base di Beluga. L’attualità ci obbliga invece a scrivere di realtà ben diverse. Facciamoci pura la tara, facciamo finta che siano esagerazioni, diamo pure dei terroristi e qualunquisti a certe anime belle della politica (sic) e ai loro trombettieri che si prodigano a sminuire una realtà alle soglie del collasso.

La fotografia dell’Istat è al contrario tutt’altra cosa ed è impietosa: ad aprile dell’Anno di Grazia 2012 si è registrata una flessione degli acquisti del 6,8%, tra food e non-food, percentuale però imputabile per il 6,1 percento al cibo.

Tutti i retailer di tutte le insegne battono scontrini risibili (nessuna illusione se i carrelli del sabato sono pieni, perlopiù, stupidamente, di acqua minerale) ma ciò che stupisce davvero – o meglio, allarma – arriva dell’ultima barriera delle italiche genti: il low cost. Non quella dei viaggi, che al momento non palesano alcuna defaillance, ma quella dei discounter che incassano un -3% di vendite.

Mi riferisco esattamente ai discount, quelli degli ex bancali tra le corsie, quelli che propongono merci con marchi dai nomi (perlopiù teutonici) a noi sconosciuti, quelli, per intenderci, che la signora Maria, pur attenta al risparmio, non avrebbe frequentato neppure se alla cassa ci fosse stato George Clooney in persona. Per trovare una simile flessione – simile ma non analoga – occorre tornare indietro di parecchi anni.

A rincarare la dose dello status attuale contribuisce la Confederazione italiana agricoltori (Cia), che sottolinea brutalmente le perdite anche degli altri canali: ad aprile non sono rovinati nel burrone della recessione soltanto gli incassi dei piccoli negozi di quartiere (-8,7%), ma anche di super (-5,3%) e ipermarket (-4,2%).

Ergo: circa la metà delle famiglie italiane sta usando il bisturi (o il machete?) su quello da mettere in tavola. Le falcidie più evidenti riguardano l’ortofrutta le carni rosse e persino il pane. Dio ci aiuti. Sul Palazzo non contiamoci, sono tutti presi dalla campagna elettorale. Ma bisogna essere sempre ottimisti, anche questa situazione presenta dei lati positivi. Per esempio mangiar meno fa scendere la pancia più in fretta e rende gli italiani pronti per la famosa «prova costume».

Peccato che i più potranno sfoggiare il loro ritrovato fisico asciutto solo nella piscina comunale dietro casa, visto che i soldi per andare in ferie son finiti qualche mese fa…

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