400˙000 euro bastano per truccare una partita di Serie A

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Per truccare una partita di calcio della Serie A italiana possono bastare 250˙000 euro. Ma se si investono 400˙000 euro il risultato è, come dire, più sicuro.

Queste cifre sono state pubblicate oggi sulla Gazzetta dello Sport da Francesco Ceniti, che in questi giorni è a Bari per seguire l’indagine sul calcioscommesse della magistratura locale – una delle tante che sono aperte in questo periodo in Italia. Gli ultimi sviluppi riguardano l’interrogatorio di Andrea Masiello, calciatore del Bari lo scorso campionato e ingaggiato dall’Atalanta per quello in corso.

Di fronte a certe cifre, anche gli appartenenti alla categoria dei calciatori professionisti, una di quelle dagli stipendi più alti, possono essere tentati di barare. Perché i 400˙000 euro sono per 1 partita, e ogni squadra di A gioca 38 partite di campionato all’anno, più quelle delle varie coppe cui la società è iscritta. Per certi giocatori si tratta di 50 occasioni di guadagno extra, esentasse. Roba da milioni.

I 250˙000 euro sono quelli che Masiello ha detto di aver ricevuto per la partita Bari-Lecce del 15 maggio 2011. Le persone che lo contattarono gli diedero in mano un assegno da 300˙000 euro, scambiato con 250˙000 in contanti a partita giocata e vinta dal Lecce 2-0, grazie anche a un autogoal dello stesso Masiello.

Quella partita era a suo modo decisiva, perché vincendola il Lecce si assicurò la permanenza in serie A. Ma per la partita da 400˙000 euro, quella con la Sampdoria, non c’era quell’urgenza. Era una partita normale, su cui però vennero puntati tantissimi soldi all’estero sui siti web di scommesse.

E dagli una volta, dagli due, poi tutti perdono fiducia. Non soltanto gli scommettitori saltuari, quelli che puntano pochi euro pensando di mettere in gioco la propria competenza sportiva o il proprio cuore di tifosi, ma anche gli ultrà.

Dopo qualche risultato sospetto, l’anno scorso a Bari anche gli ultrà delle curve si misero a scommettere contro la propria squadra. Perdere per perdere sul campo, perlomeno volevano sapere cosa stessero combinando i giocatori in modo da guadagnarci dei soldi in ricevitoria. E i loro metodi non sempre erano soft come quelli degli scommettitori professionali.

Sapendo che ci sono così tante possibilità di truffa, si può continuare a scommettere sul calcio e sullo sport in generale? Le cifre dell’Aams, l’ente che controlla le scommesse per lo Stato italiano, dicono che moltissima gente scommette lo stesso: il bilancio annuale del settore è miliardario in euro. Per tanta gente lo sport, anche se sporco, dà più garanzie di reddito dei lavori «normali»… soprattutto in questi tempi dove di lavori normali ce ne sono sempre meno.

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